«Certo è che tutti noi siamo apparentemente capaci di vivere perché una volta ci siamo rifugiati nella menzogna, nella cecità, nell’entusiasmo, nell’ottimismo, in una convinzione, nel pessimismo o in qualcos’altro. Ma lui non si è mai rifugiato in un asilo che potesse proteggerlo. È assolutamente incapace di mentire come è incapace di ubriacarsi. È senza il minimo rifugio, senza un ricovero. Perciò è esposto a tutte le cose dalle quali noi siamo al riparo. È come un individuo nudo tra individui vestiti».
#AneddotiLetterari: Franz e Milena
Franz e Milena non dormivano abbracciati, a cucchiaio, eppure s’amavano. Secondo quelli che insegnano l’amore sui social e sulle riviste no, perché se non dormi a cucchiaio allora non ami. Franz e Milena non erano amanti da retorica, eppure se leggi Franz capisci che s’era rincoglionito come tutti quando amiamo, cucchiaio o no. Franz amava Milena a Praga, Milena amava Franz a Vienna. Nel frattempo, dormiva a cucchiaio con suo marito, forse. Non c’è amore più invincibile di quello che non vivi, di quello che sfiori, di quello che assaggi per un respiro solamente che chi se lo scorda più, non c’è amore più stronzo anche. A me sembra di offendere Franz mentre leggo le sue sciocchezze a Milena, perché non c’è niente di più ridicolo di una persona innamorata. Un genio innamorato, che assurdità. Ti sembra di essere l’unico ad amare, quando sei innamorato. A Franz il nome Milena non piaceva e in ceco l’accento non è lì dove lo mettiamo noi. Però chissà quante volte Franz ha pronunciano “Mìlena”, rannicchiando i suoi 55 kg in un cucchiaio solitario prima di addormentarsi. Chissà quante volte, scosso dalla tosse tisica, s’alzava e pensava a Mìlena, scriveva a Mìlena. Chissà se Milena pensava a Franz, quando il marito la baciava. Milena era la parte forte. Franz era quello debole. Lui non aveva paracadute. Milena lo sapeva, e scrisse a Max Brod:
Milena era vestita, Franz era nudo. Franz, magro e tisico, Franz che odiava il suo corpo e lo trovava ripugnante, vagava nudo nel mondo vestito. Franz avrebbe voluto essere dimenticato dalla storia e io ora son qui a leggere le sue stronzate da innamorato e mi vergogno, perché le sue stronzate son le mie. E pure le vostre. Ma non vorremmo mai farle leggere. Eppure sono qui e leggo e penso: il mondo si divide tra la gente che insegna l’amore con le posizioni nel sonno e i Franz Kafka. I secondi perdono sempre e restano soli e nudi e strozzati dalla tisi.