Tra le pieghe della storia, molto spesso si perdono le donne. Abbiamo una sfilza di uomini tutto sommato mediocri e tutto sommato fortunati che, per qualche motivo, vengono ricordati. Donne valide, invece, finiscono in trafiletti d’enciclopedie troppo costose per essere lette.
È capitato ad Elizabeth Montagu. Ricca da fare impressione, sposò uno ricco da fare impressione. Lei aveva 22 anni, lui 55, sopportò il dolore di un figlio morto bambino e comunque non smise d’essere quello che era: una donna consapevole.
Parliamo del 1750. Elizabeth Montagu era ricca, ma la sua istruzione era comunque misera. Si rese conto che “una donna di quarant’anni era comunque più ignorante di un ragazzino di 12”. Non trovava ragione per restare tale e lasciare che altre donne restassero in una specie di oblio culturale.
Chiamò delle amiche, per leggere libri, parlare di cultura, arte, scienza, tutti temi preclusi solitamente alle donne. Bandivano solo la politica: di quella, nei suoi salotti, non si parlava mai.
Fuori anche gli alcolici, consentito solo il tè.
Il piccolo club iniziò ad allargarsi, la Montagu non evitava certo la partecipazione maschile, ma viene da sé che gli uomini presenti erano sicuramente di ampie vedute. Uno di questi uomini era Horace Walpole, padre del romanzo gotico, autore de “Il castello di Otranto”, padre del termine “serendipità” e chissà quante altre cose.
Un altro di questi signori, invece, tale Mr Stillingfleet, declinò un sentito invito da parte della più cara amica di Montegu, Elizabeth Vesey. Stillingfleet fece presente di non possedere delle calze nere di seta, necessarie per completare il perfetto outfit del gentiluomo dell’epoca. Elizabeth Vesey trovò la cosa esagerata: “venite con le vostre solite calze blu”, rispose.
Il circolo di Elizabeth Montagu e Elizabeth Vesey aveva ora un nome.
Un’altra versione, invece, narra del povero Stillingfleet il quale, presentatosi spontaneamente in calze blu, venne accolto dalla Montagu con queste parole “il mio salotto è aperto allo spirito, non necessariamente all’eleganza”.
Il Circolo delle Blue Stockings aveva intenzioni serie, si parlava dell’emancipazione femminile, dell’istruzione delle donne, dell’occupazione femminile, della parità tra i sessi. Nel 1750 non erano temi esattamente all’ordine del giorno.
Quando una donna (o un gruppo di donne) ha successo in un’attività, c’è sempre il rovescio della medaglia; dati gli argomenti seri, la cultura di spessore delle partecipanti, il bando di alcol e giochi di carte, il nome del circolo iniziò ad essere usato per denigrare, a voler indicare donne troppo serie, troppo pedanti, troppo altezzose.
“Saggio sugli scritti e il genio di Shakespeare”, in totale difesa del Bardo, sminuito da Voltaire. C’è da dire che Voltaire rispose con qualche anno di ritardo, in una lettera all’Accademia Francese, nel 1776. Inoltre, Shakespeare non era ancora molto noto nel resto d’Europa e lo stesso Voltaire partì amandolo, addirittura indicandolo come esempio letterario da seguire, per poi rimangiarsi tutto, non appena lo scrittore inglese iniziò effettivamente ad essere apprezzato in Francia.
Anna Laetitia Barbauld fu l’unica donna ad intervenire pubblicamente riguardo l’abrogazione del Test Act, attraverso un discorso molto apprezzato.