La fatica di essere Billy Corgan, di oscillare su centonovantadue centimetri di altezza e tra voler apparire e voler sparire. La fatica di essere Billy Corgan e vedere il tuo album uscire a maggio 1991 e sei contento e tendi a voler sparire un po’ meno e pensi meno al peso che aumenta e alla depressione che va più che venire nelle sue ondate da stronza. Poi a settembre lo stesso produttore lavora su una cosa chiamata Nevermind e il frontman di quella cosa chiamata Nirvana è biondo e magro e bello e si scopa la tua ex. Poi la sposa pure.
La fatica di essere Billy Corgan di perdere tutti i capelli e di non essere in linea col trend musicale degli anni ’90 perché provi pure a essere grunge come piace al mondo e a piacere al frontman che si scopa la tua ex ma non ti riesce e pensi sia proprio il caso di ammazzarsi ma non ti riesce e ingrassi e poi una mattina dopo aver elaborato il tuo elogio funebre e aver rimestato l’ossessiva idea di morte fino a renderla masticabile scrivi Today e con quella canzone dai il via a Siamese Dream, che usciva oggi, nel 1993.
La fatica di essere Billy Corgan è tutta nell’aver scritto capolavori che non senti apprezzati abbastanza e di essere stato forse l’ultimo ad aver creato un album doppio che ha venduto 20 milioni di copie e non ti senti comunque, comunque, apprezzato, perché ti senti fuori sincrono, fuori misura, fuori posto, non hai mai creato tu la tendenza, l’hai solo subita, al massimo ammaestrata, potevi essere tu la tendenza ma non sei stato svelto abbastanza per ammazzarti quando dovevi e ora quelli del grunge t’hanno praticamente tolto l’effetto sorpresa, vent’anni fa e oggi e non ti resta che continuare a fare la fatica di essere Billy Corgan, perennemente fuori sincrono e fuori misura e fuori luogo in balia di ondate di ossessioni tra voler apparire e sparire senza soluzione su centonovantadue centimetri da portarti dietro come una condanna, mentre in Today ti prendi per il culo e dici: